La costellazione di maggio: la Lira
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Le costellazioni invernali sono ormai quasi tutte tramontate, lasciando spazio a quelle estive.
Il cielo di maggio ce ne offre in abbondanza: durante le prime ore della sera fanno la loro comparsa verso Est le costellazioni di Ofiuco, Ercole, Serpente e, qualche ora dopo, la costellazione dell’Aquila; verso Nord-Est possiamo ammirare la Lira, Cigno e Cefeo; a Ovest-Nord/Ovest possiamo vedere, poco prima del loro tramonto, le costellazioni di Perseo, Orione, e i Gemelli. A Sud-Ovest, infine, l’Idra.
Per il mese di maggio, andremo a scoprire la costellazione della Lira (Lyra in latino).
La Lira è una piccola costellazione dell’emisfero boreale, facilmente riconoscibile sia grazie alla sua forma a trapezio, sia grazie alla sua stella principale, Vega, che oltre ad essere la stella più luminosa della costellazione, è anche una delle stelle più luminose dell’emisfero settentrionale.
Vega, insieme ad Altair nella costellazione dell’Aquila, e Deneb nella costellazione del Cigno, formano il Triangolo Estivo.
Come Boote, la costellazione del mese di aprile, anche la Lira è una delle 88 costellazioni moderne, e una delle 48 elencate da Tolomeo.
Ad est della Lira, nelle notti particolarmente serene e con poco inquinamento luminoso, è possibile osservare la scia luminosa della Via Lattea.
Dalla Lira si genera la pioggia di meteore delle Liridi, che abbiamo avuto modo di osservare durante la seconda metà di aprile.
Piccola curiosità sulla sua stella principale, Vega: quest’ultima, a causa della precessione dell’asse terrestre, tra circa 12.000 anni diventerà la nuova stella polare.
(Attualmente la stella polare è Polaris, la stella più luminosa della costellazione dell’Orsa Minore).
La Leggenda
La costellazione della Lira prende il nome dall’omonimo strumento di Orfeo, leggendario musicista dell’antica Grecia, reso noto dal racconto della sua discesa nell’Ade.
Secondo la leggenda, la Lira di Orfeo fu costruita da Ermes, figlio di Zeus e di Maia (una delle Pleiadi). Per costruirla Ermes usò un guscio di tartaruga, al quale praticò dei buchi lungo il bordo, per inserirvi sette corde (tante quante sono le Pleiadi).
Secondo la leggenda, Ermes rubò del bestiame ad Apollo. Avendo fatto arrabbiare il dio, il messaggero degli dei tentò di placarne la rabbia suonando la sua Lira, ma la musica che ne scaturì era talmente bella che Apollo concesse ad Ermes di tenersi il bestiame in cambio di quel prodigioso strumento.
Successivamente, Apollo donò lo strumento a suo figlio Orfeo. Le melodie prodotte dalla Lira gli furono d’aiuto in numerose avventure: leggendaria è la sua capacità di incantare le pietre e i corsi d’acqua e di calmare gli animi delle persone adirate.
Ma il mito più famoso è forse quello di Orfeo e Euridice: dopo la morte di quest’ultima per il morso di un serpente velenoso, Orfeo, non potendo vivere senza la sua amata, discese negli Inferi, con l’obiettivo di riportare Euridice in vita.
Secondo la leggenda, fu proprio grazie alla melodia della sua Lira che Orfeo riuscì a convincere Ade a lasciar andare la donna, a condizione che, durante la risalita verso il mondo dei vivi, Orfeo non si voltasse mai a guardarla. La musica della Lira guidò Euridice, mentre Orfeo la conduceva di nuovo verso la vita.
Ma, quando ormai mancavano pochi metri alla destinazione, Orfeo, vinto dalla tentazione, si voltò: per aver infranto il patto, la sua amata venne nuovamente risucchiata nell’oltretomba, per sempre.
Distrutto dal dolore, Orfeo vagò per il resto dei suoi giorni, suonando malinconiche melodie con la Lira.
Alla sua morte, Orfeo potè finalmente riunirsi all’amata Euridice, e le Muse posero la Lira tra le stelle, dietro consiglio di Zeus.
Per maggiori approfondimenti sul Cielo del Mese di Maggio, consultate il sito UAI – Cielo di Maggio.
Dal mese di maggio è disponibile anche il video del Cielo del Mese, in collaborazione con l’Omino delle Stelle! Se siete interessati e volete saperne di più, cliccate qua!
Silvia Polito
s.polito@uai.it