La costellazione di agosto: Perseo
Condividi
Siamo ormai ad agosto, e le calde giornate afose lasciano spazio a (si spera) non troppo calde serate estive, perfette per osservare il cielo.
Agosto poi, si sa, fa alzare il naso al cielo anche ai non appassionati di astronomia, nella speranza di osservare qualche stella cadente.
Ma vediamo più in dettaglio quali costellazioni ci faranno compagnia in queste calde sere di agosto:
Se alziamo gli occhi al cielo noteremo, brillante sopra le nostre teste, Vega, la stella principale della costellazione della Lira.
Prendendo Vega come riferimento, se scendiamo verso Nord troviamo Cefeo, e più a Nord-Est Perseo; verso Est troviamo la costellazione del Cigno, Pegasus e i Pesci.
A Sud-Est troviamo l’Aquario e il Capricorno; verso Sud abbiamo l’Aquila, Ofiuco e il Sagittario, e verso Sud-Ovest, lo Scorpione, la Bilancia e la Vergine.
Infine, verso Nord-Ovest possiamo ammirare la costellazione del Drago, affiancata dal Piccolo Carro, e, più sotto, il Grande Carro.
Ma nel mese della pioggia di Perseidi, non potevamo che parlare della costellazione di Perseo.
Le famose stelle cadenti, infatti, note col nome di “Perseidi”, prendono il nome dalla regione di spazio (detta radiante), da cui le stelle cadenti sembrano provenire.
Questa regione coincide proprio con la costellazione di Perseo.
Perseo è una delle costellazioni più grandi dell’emisfero settentrionale.
Essendo una costellazione circumpolare, rimane visibile durante tutto l’anno, seppur in maniera variabile nel corso dei mesi.
La costellazione nella sua interezza è osservabile nei mesi che vanno da agosto a febbraio, con il picco di visibilità nel mese di dicembre.
Da marzo a luglio, invece, rimane parzialmente nascosta: marzo, aprile e maggio sono i mesi peggiori per osservarla.
La sua forma ricorda molto la lettera greca lambda (λ).
Rappresenterebbe l’eroe greco Perseo, che uccise il mostro Medusa; l’istante immortalato nel firmamento sarebbe quello in cui Perseo ha appena decapitato la gorgone, e ne tiene la testa in mano.
È una delle 88 costellazioni moderne e una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo.
Per tentare di osservare Perseo, sarà necessario come prima cosa cercare a Nord la costellazione di Cassiopea, una costellazione che ci farà da giuda.
Cassiopea è facile da individuare grazie alla sua forma a W (o a M, a seconda del suo orientamento in quel momento).
Se Cassiopea è a forma di W, Perseo si troverà in basso, leggermente a sinistra . Se invece Cassiopea forma una M, Perseo sarà in alto, a destra.
La Leggenda
Sebbene non si parli direttamente di Zeus (o Giove, che dir si voglia), il padre di tutti gli dei è quasi sempre presente nelle leggende delle costellazioni.
In questo caso, infatti, si parla di Perseo, figlio di Zeus e Danae, che divenne celebre per aver ucciso Medusa, una delle gorgoni.
Medusa è una figura della mitologia greca. Insieme a Steno ed Euriale, è una delle tre gorgoni che, secondo la leggenda, avevano il potere di pietrificare chiunque incontrasse il loro sguardo.
Nelle rappresentazioni più antiche, Medusa e le sue sorelle vengono rappresentate come donne con ali d’oro e mani di bronzo, dall’ampio viso rotondo.
Ma la caratteristica forse più nota è il groviglio di serpenti che le gorgoni avevano al posto dei capelli.
Ma chi era Perseo?
Ci troviamo in Grecia, ad Argo.
Arcisio, re di Argo e nonno di Perseo, temeva per le sorti del suo regno, avendo avuto come unica erede una figlia femmina, Danae.
Spinto dal desiderio di conoscere il destino della sua città, Arcisio chiese all’Oracolo di Delfi in che modo avrebbe potuto avere figli maschi: l’Oracolo rispose che sua figlia Danae avrebbe avuto un figlio che avrebbe raggiunto la gloria, ma lo avrebbe anche ucciso.
Terrorizzato, Acrisio fece rinchiudere la figlia in una torre ben fortificata, con la speranza di aggirare la profezia.
Ma nonostante tutto, Danae rimase comunque incinta: sebbene la paternità di Perseo sia dubbia (alcuni sostengono che la ragazza rimase incinta di Preto, fratello di Arcisio, nonché zio della ragazza), la teoria più accreditata vede in Zeus il seduttore che, trasformato in pioggia d’oro, penetrò attraverso una fessura del tetto e conquistò la ragazza.
Danae, prigioniera nella torre con la propria nutrice, partorì Perseo di nascosto, e lo allevò per vari mesi, fino a che un giorno, mentre stava giocando, il bambino emise un grido.
Ormai scoperta da Arcisio, Danae insistette nel dire che il padre del bambino non era un mortale.
Tuttavia Acrisio non le credette e, terrorizzato dalla rivelazione dell’oracolo, fece uccidere la nutrice e chiudere Danae e il figlioletto in una cassa di legno che mise su una nave lasciata alla deriva.
Sempre secondo la leggenda, Danae e Perseo approdarono così sull’isola di Serifo, e vennero trovati da un pescatore di nome Ditti, fratello del re dell’isola, Polidette, che diede loro ospitalità.
Col passare degli anni Danae diventava sempre più bella, e mentre Perseo cresceva forte e valoroso, il re Polidette tentava in tutti i modi di convincere Danae a sposarlo, la quale però era troppo presa dal figlio Perseo.
Così, per ottenere le attenzioni di Danae, il re Polidette decise di sbarazzarsi di Perseo con un piano astuto: disse di voler sposare Ippodamia, figlia del re di Pisa (antica località dell’Èlide, nel Peloponneso), e chiese come dono di nozze la testa di Medusa.
Ovviamente era solo un piano per allontanare Perseo, e avere Danae tutta per sé.
Ma Perseo accettò.
La notte prima della partenza, gli apparve in sogno Atena, la quale gli consegnò uno scudo scintillante, raccomandandosi di usarlo come specchio: l’immagine riflessa di Medusa non lo avrebbe pietrificato.
Poi apparve Ermes, che gli consegnò uun falcetto di diamante molto affilato col quale decapitare Medusa.
Infine, durante il viaggio recuperò dalle tre ninfe del Nord l’elmo di Ade, che lo avrebbe reso invisibile, una sacca magica per avvolgervi la testa decapitata, e i sandali volanti, per raggiungere l’isola abitata dalla gorgone.
Munito di queste armi, Perseo riuscì facilmente nell’impresa; decapitò Medusa e ripose la testa nella sacca magica.
Incredibilmente, dal sangue che sgorgava dalla testa nacque Pegaso, il cavallo alato, grazie al quale Perseo riuscì a fuggire dall’isola e dalle due sorelle di Medusa, che volevano vendicarla.
La testa della gorgone, sebbene morta, conservava ancora tutti i poteri che aveva quando era in vita: Perseo la userà infatti per salvare Andromeda, sua futura moglie e principessa d’Etiopia, pietrificando il mostro marino che si sarebbe dovuto cibare di lei.
Silvia Polito
s.polito@uai.it