La costellazione di giugno: il Cigno
Condividi
Col mese di giugno entriamo ufficialmente nella stagione estiva, e quale miglior periodo per osservare la volta celeste?
Meteo permettendo, le calde sere estive sono perfette da passare all’aperto, a scrutare il cielo notturno.
Alzando gli occhi al cielo potremo osservare Hercules alto sopra le nostre teste, vicino a Vega (la stella principale della costellazione della Lira) e al Cigno.
Scendendo con lo sguardo verso Ovest troviamo la costellazione di Boote e il Leone. Verso Nord-Ovest troviamo l’Orsa Maggiore; a Est vediamo il Cigno e Pegaso; a Sud-Est l’Aquila, il Capricorno e il Sagittario, e infine a Sud vediamo Ofiuco, la Bilancia e lo Scorpione.
Per il mese di giugno andremo a scoprire la costellazione del Cigno (Cygnus in latino).
Il Cigno è una delle costellazioni dell’emisfero settentrionale più estese.
È una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo, e anche una delle 88 costellazioni moderne.
La stella principale è Deneb, che insieme a Vega nella costellazione della Lira e Altair nella costellazione dell’Aquila, formano il Triangolo estivo, che abbiamo giò avuto modo di osservare con la costellazione del mese di maggio, la Lira.
Inoltre, le stelle più brillanti del Cigno sono facilmente visibili ad occhio nudo, e formano un altro importante asterismo, noto col nome di Croce del Nord.
Con la testa rivolta a Sud, la costellazione è disposta lungo la Via Lattea, cosa che la rende particolarmente ricca di oggetti del profondo cielo, osservabili anche con un semplice binocolo o un piccolo telescopio.
Mitologia
La costellazione del Cigno non si identifica con un mito in particolare.
Con ogni probabilità rappresenta invece tutti i personaggi mitologici che si sono (o sono stati) trasformati in un cigno.
Tra tutti i miti che vi si possono leggere, quello della regina di Sparta, Leda, è il più antico.
Vi sono diverse versioni della leggenda, ma ci sono degli elementi che le accomunano.
Coprotagonista della storia è, ancora una volta, Zeus che, innamoratosi di Leda, si trasformò in un cigno nel tentativo sedurla, generando due uova.
Da un uovo sarebbero nati Castore e Polluce, mentre dall’altro Elena e Clitemnestra.
Secondo altre versioni della stessa leggenda, anche il re Tindaro, suo marito, giacque con Leda la stessa notte.
In questa versione della storia, da un uovo sarebbero nati Polluce ed Elena, mentre da un parto naturale sarebbero nati i figli di Tindaro, Castore e Clitemnestra.
In un’altra versione ancora, Zeus chiese ad Artemide, sua figlia, di trasformarsi in aquila e dargli la caccia, mentre lui sarebbe fuggito, sotto le sembianze di cigno.
L’obbiettivo era quello di ingannare Leda, per poter arrivare a lei più facilmente.
Alla fine Leda lo accolse, proteggendolo dall’aquila, ignara del fatto che aveva appena “salvato” Zeus dalle finte grinfie di Artemide.
Un’altra versione vede comparire in scena la ninfa Nemesi: Zeus, come suo solito, tentò di conquistarla, ma lei fuggì, trasformandosi in un’oca.
Ma Zeus non si diede per vinto, continuò ad inseguirla fino a che, trasformandosi a sua volta in un cigno, la raggiunse e la possedette.
In seguito Leda trovò l’uovo frutto dell’unione tra Zeus e Nemesi, dal quale sarebbe nata Elena.
Il mito di Leda e il Cigno è stato soggetto di numerose opere d’arte, tra cui un affresco ritrovato a Pompei e un mosaico nel santuario di Afrodite, sull’isola di Cipro.