Costellazione di giugno: Ofiuco
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Ofiuco, noto anche con il nome latino Serpentarius il serpente (simbolo della Medicina), è una delle costellazioni più imponenti e complesse del firmamento, estendendosi su ben 948 gradi quadrati, il che lo rende l’undicesima per dimensione tra le 88 costellazioni moderne riconosciute dall’International Astronomical Union. Il suo posizionamento lungo l’eclittica, la traiettoria apparente del Sole, gli conferisce un fascino particolare. Essendo collocato quasi esattamente sul piano celeste equatoriale, questa costellazione è visibile dalle latitudini comprese tra +80° e −80°, il che la rende un’eccellente “vetrina” per osservatori di tutto il mondo, in particolare per chi si trova in Italia, dove il cielo in estate offre condizioni ideali per ammirarlo.
Stelle principali
Il cuore pulsante di questa costellazione è composto da stelle di notevole rilievo, ognuna delle quali racconta una storia di formazione stellare e dinamiche celesti. Il fulcro luminoso di questa costellazione è rappresentato da Rasalhague (α Ophiuchi), una stella doppia la cui magnitudine apparente di circa 2,08 la rende il punto focale per gli osservatori. Posizionata all’estremità settentrionale di Ofiuco, funge da “mano” del portatore del Serpente, guidando lo sguardo lungo i contorni imponenti della figura celeste.
Accanto a Rasalhague, brillano altre stelle ufficialmente denominate e approvate dall’International Astronomical Union, tra cui Cebalrai (β Ophiuchi), una gigante blu che rappresenta la spalla opposta del mitico personaggio.
Di notevole interesse è anche la presenza di Barnard’s Star, la quale, per la sua vicinanza al nostro sistema solare, aggiunge un ulteriore strato di fascino e mistero alla regione, suggerendo connessioni sorprendenti tra il vicino e l’oltremondo stellare.

Deep Sky nella costellazione di Ofiuco
Ofiuco è un vero scrigno di meraviglie deep sky, offrendo agli astronomi una serie di agglomerati e nebulosità che meritano uno studio approfondito. Tra gli oggetti più degni di nota si contano numerosi ammassi globulari appartenenti al catalogo Messier.
Ad esempio, M9 (NGC 6333) si distingue come un ammasso stellare (globulare) particolarmente intrigante, seppur caratterizzato da una certa variabilità nelle stime della sua distanza.

Credits: NASA & ESA
M10 (NGC 6254), stimato a circa 14,4 migliaia di anni luce, permette osservazioni dettagliate viste le sue dimensioni contenute e la vicinanza relativa.

Credits:NASA, STScI, WikiSky
A completare il quadro, M12 (NGC 6218) si estende fino a circa 16 migliaia di anni luce. Mentre M14 (NGC 6402), posto a circa 30 migliaia di anni luce, e M19 (NGC 6273), localizzato intorno alle 25 migliaia di anni luce, offrono spunti preziosi per lo studio della dinamica degli ammassi stellari di tipo globulare.


Credits: NOIRLAB / NSF / AURA

Infine, M62 (NGC 6266) e M107 (NGC 6171), rispettivamente a circa 22 e 14 migliaia di anni luce, completano l’affascinante collezione di ammassi globulari che punteggiano Ofiuco.

Credit: ESA/Hubble & NASA, S. Anderson et al

Credit: NASA,STScI, WikiSky
Oltre agli ammassi, la costellazione ospita anche complesse nebulosità, come la cosiddetta nebulosa del Piccolo Fantasma, e strutture oscure quali Barnard 68, tutte di fondamentale importanza per approfondire le tematiche della formazione stellare e dell’evoluzione galattica .

Credits: NASA and The Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Credit: ESO
Dove e quando ammirarla
Tracciato tra latitudini favorevoli, chi si trova in Italia, approssimativamente tra i 35° e i 47° di latitudine, potrà ammirare Ofiuco senza particolari difficoltà (vai alle nostre Mappe del Cielo!).
Le migliori condizioni per osservare questa costellazione si registrano durante i mesi estivi, in particolare a giugno e luglio, quando, attorno alle ore 22:00, raggiunge il punto più alto nel cielo notturno.
In questo arco temporale, sia gli astronomi dilettanti che professionisti possono seguire il percorso delle sue stelle e dei suoi oggetti deep sky grazie alla loro particolarità e alla favorevole posizione dell’asse terrestre, che permette una visione chiara e dettagliata della regione.
Il mito e le sue versioni
Il fascino di questa costellazione trascende il mero dominio scientifico: essa incarna un ricco patrimonio mitologico e simbolico. La tradizione greca identifica Ofiuco con Asclepio, il divino guaritore capace di riportare in vita i defunti, la cui arte medica era sopraffina al punto da sfidare l’ordine naturale stabilito da Zeus.
La leggenda narra che Asclepio apprese i segreti della guarigione osservando il comportamento dei serpenti, simboli di rinnovamento e ciclicità, e questa venerazione per il serpente si riflette nell’iconografia della costellazione, rappresentata come un uomo che tiene stretto il rettile.

Credits: John Flamsteed & MJ Fortin
Claudia Consiglio, c.consiglio@uai.it