Le mappe del cielo di settembre
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Nelle tiepide serate autunnali il cielo orientale si mostra ricco di bellissime costellazioni, seconde per splendore e abbondanza di oggetti celesti osservabili (indicati nelle mappe) con piccoli strumenti, solo a quelle visibili in inverno.
Siamo alle ore 22 del 15 settembre, poco prima o poco dopo se siamo alla fine o all’inizio del mese (e la Luna allora sarà in diversa piosizione o del tutto assente).
Guardando verso SUD, basse sull’orizzonte si levano le deboli stelle del Pesce Australe, l’unica che spicca è Fomalhaut, indicata nelle mappe.
Praticamente isolata tra stelle molto deboli. Ancora con stelle deboli è sopra Fomalhaut la costellazione del Capricorno e quella dell’Acquario, dominato in questo mese dal pianeta inanellato: Saturno.

Spostandoci verso EST spunta la luminosa stella alfa in Auriga, Capella.
Ma l’EST è dominato dal grande “quadrato di Pegaso”, la stella alfa Alpheratz, indicata nelle mappe, anche se, in realtà, esse sono di luminosità del tutto paragonabile tra loro.

Dal grande quadrato spostandosi verso NORD ecco un allineamento di 5 stelle: dalla stella beta, ultima del quadrato di Pegaso, le tre stelle di Andromeda e Mirfak, alfa Persei.
Se cerchi anche con un piccolo binocolo, quasi intravedibile a occhio nudo se siete nel cielo buio della campagna, il piccolo ovale biancastro di M31: è la galassia di Andromeda, indicata nelle mappe, un “universo isola”, composta di 1000 miliardi di soli, a 2 milioni di anni luce da noi (!).
Con lo sguardo ancora rivolto verso NORD, sopra il Perseo, la bella costellazione di Cassiopea, inconfondibile per la disposizione delle sue stelle che formano una W.
Sotto Andromeda si cerchino le piccole costellazioni del Triangolo e dell’Ariete, e se il cielo inquinato dalle luci non ve lo permette, usate il Binocchiale, un piccolissimo binocolo a soli 2 ingrandimenti ma a grandissimo campo, che con le sue lenti di 4 o 5 cm vi permetterà di vedere le stelle più deboli delle costellazioni.

Spostandoci verso OVEST, ecco basse sull’orizzonte, da NORD verso SUD, l’Orsa Maggiore, il Bifolco con la luminosa Arturo, Ofiuco che tiene il Serpente tra le sue mani, e il Sagittario, anche se, effettivamente, ora troppo basse per poterle vedere proficuamente.
In questo mese è proficuo cercare invece le deboli stelle del Dragone e di Ercole.
Forse un’impresa non indifferente, specie se il cielo è contaminato dalle luci della città, ma orizzontandosi con la polare e le stelle della Lira (per il Dragone) e di Ofiuco e Bifolco (per la costellazione di Ercole) ce la possiamo fare.
In Ercole, quasi visibile a occhio nudo, ma un qualunque piccolo binocolo ve lo permetterà, l’ammasso globulare più brillante del cielo boreale (ovvero il nostro): M13, un globo di 1 milione di vecchissime stelle (10 miliardi di anni!, all’alba dell’universo) orbitante intorno alla nostra Galassia, a 30 000 anni luce di distanza da noi.

Quasi allo ZENIT ancora la meravigliosa croce del Cigno con la bella, luminosa, Deneb (una stella che brilla della luce di 200 000 soli, a distanza di più di 2000 anni luce da noi: la stella più lontana che possiamo osservare a occhio nudo) e lo splendore di Vega nella Lira.
Altair, dell’Aquila, inizia a essere bassa sull’orizzonte di OVEST, ma ancora ben visibile.
E possiamo allora, se siamo nel cielo buio della campagna, ancora apprezzare la Via Lattea estiva, posta lungo il Cigno e l’Aquila, e scendere verso il Sagittario: miliardi di stelle disseminate nelle braccia della nostra galassia, come ci rivelerà un binocolo o un piccolo cannocchiale.
© Giorgio Bianciardi
g.bianciardi@uai.it, gbianciardi@yahoo.it
(carte”cart du ciel”, modificate)