Un nuovo ‘visitatore’ interstellare: A11pl3Z
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Il 1° luglio 2025 il sistema di sorveglianza ATLAS ha intercettato un corpo celeste la cui traiettoria iperbolica suggerisce un’origine al di fuori del nostro sistema solare. Catalogato provvisoriamente come A11pl3Z, questo oggetto rappresenta il terzo candidato interstellare finora identificato, dopo ‘Oumuamua nel 2017 e la cometa 2I/Borisov nel 2019.
Le prime osservazioni
Le prime rilevazioni hanno posto A11pl3Z a circa 4,53 unità astronomiche dal Sole, in una zona di cielo fino a poco tempo fa inesplorata, grazie alle architetture osservative del Dark Energy Survey cileno e del telescopio Zwicky Transient Facility. Il monitoraggio congiunto di ESA e NASA proseguirà nelle prossime settimane, consentendo di ricostruire con precisione la dinamica del suo passaggio. Le prime osservazioni risalgono a fine giugno 2025, grazie al telescopio Pan-STARRS alle Hawaii.
La natura fortemente retrograda dell’orbita, inclinazione di 175,1° rispetto al piano dell’eclittica e eccentricità stimata intorno a 6,1 , conferma il carattere non legato ai pianeti del sistema solare. Un’eccentricità così elevata rientra in un range quasi doppio rispetto a 2I/Borisov, a sottolineare l’origine esogena di questo corpo asteroidale o potenziale cometa “dormiente”. Inoltre, questo tipo di orbita è caratteristico di corpi che provengono dallo spazio interstellare: viaggiano a velocità tali da sfuggire al richiamo gravitazionale del nostro sistema.

Foto di Ernesto Guido, CARA Project, SN Comete UAI.
La posizione di A11pl3z
Nel cielo notturno si trova attualmente dalla parte opposta rispetto al Sole, all’interno dell’orbita di Giove. Questa posizione di grande elongazione solare lo rende osservabile in orari notturni una volta che l’oggetto sorgerà verso la metà della notte, transitando per diverse costellazioni zodiacali a seconda degli spostamenti lungo la sua rotta iperbolica.
Dal punto di vista luminoso, A11pl3Z presenta una magnitudine apparente compresa tra 17 e 18, rendendolo accessibile soltanto a telescopi professionali o amatoriali di grande apertura dotati di CCD sensibili. La sua debolezza fotografica spiega perché sia sfuggito alle indagini precedenti, nonostante passaggi registrati negli ultimi 15 giorni da ATLAS e ZTF.
La fase di massimo avvicinamento al perielio è prevista per ottobre 2025, quando la distanza dal Sole scenderà a circa 2 unità astronomiche (circa 300 milioni di chilometri). In quel periodo la luminosità potrà incrementare lievemente, aumentando le possibilità di caratterizzazione spettroscopica e di studio chimico-fisico della sua superficie e di eventuale attività cometaria nascosta.

Credits: Catalina Sky Survey, The Watchers
Una scoperta cruciale
La sua scoperta segna un momento cruciale per l’astronomia interstellare: la terza finestra aperta sul materiale espulso da altri sistemi planetari consente di raffinare i modelli di formazione ed evoluzione planetaria nella Via Lattea e di confrontare composizioni mai studiate direttamente nel nostro cortile cosmico.
Nel corso dei prossimi mesi le campagne osservative e i telescopi di nuova generazione cercheranno di determinare con maggiore precisione la natura di A11pl3Z, valutando se si tratti di un asteroide isolato o di una cometa le cui emissioni sono state sinora troppo deboli per manifestarsi. Qualunque sia il suo profilo, questo “messaggero” interstellare offrirà nuovi indizi sulle condizioni fisiche e chimiche che regolano i sistemi planetari al di là del nostro Sole.
Cosa sappiamo finora di A11pl3z
La tipologia dell’oggetto è, per ora, ancora ignota. Sarà essenziale monitorarne il comportamento nei prossimi mesi per capirne la natura.
Quello che sappiamo per ora è che non rappresenta una minaccia per la Terra: il passaggio più ravvicinato, previsto per ottobre 2025, sarà a ben oltre i 50 milioni di km da noi.
Non ci resta che rimanere col naso all’insù, in attesa di scoprire di che oggetto si tratta!
Seguiranno aggiornamenti su questo articolo, non perdeteveli!
Silvia Polito, s.polito@uai.it
& Claudia Consiglio, c.consiglio@uai.it