IN CARICAMENTO

Scrivi per cercare

Costellazione di luglio: Scorpius

Cielo del mese In primo piano

Costellazione di luglio: Scorpius

Condividi
Scorpione

La costellazione dello Scorpione, nota in latino come Scorpius, è una delle 88 costellazioni moderne e uno degli archetipi zodiacali che ha affascinato l’umanità per millenni. Questo maestoso gruppo stellare, posizionato nei pressi del cuore della Via Lattea, non solo riproduce la sagoma inconfondibile di uno scorpione, ma ospita anche una ricca collezione di oggetti del cielo profondo.

Stelle principali

Il cuore pulsante della costellazione è dominato da Antares (α Scorpii), una supergigante rossa variabile di magnitudine apparente media intorno a 1,06 e situata a circa 600 anni luce dalla Terra. Il suo intenso colore rossastro le ha conferito il nome di “rivale di Ares” (Anti-Ares) per il parallelismo cromatico con il dio della guerra. A completare il quadro stellare troviamo altri punti luminosi di grande rilievo:

  • Shaula (λ Scorpii): con una magnitudine di circa 1,62, questa stella azzurra segna il pungiglione del “verace” scorpione, enfatizzandone l’aggressività e il dinamismo.
  • Dschubba (δ Scorpii): un altro astro importante, noto anche come Al-Jabba, che con la sua presenza nella testa dello Scorpione contribuisce a definire la sua forma iconica.
  • Wei (ε Scorpii) e Sargas: questi astri, insieme ad altri corpi minori, arricchiscono la composizione del profilo celeste, offrendo agli osservatori numerosi dettagli da analizzare dal punto di vista spettrale e fotometrico.
Le stelle costituenti la costellazione dello Scorpione.
Credit: Stellarium

Deep Sky di Scoprius

La costellazione dello Scorpione si estende lungo la Via Lattea, in una zona particolarmente ricca di ammassi stellari, nebulose e regioni di formazione stellare. Gli oggetti del cielo profondo sono numerosi e spettacolari, soprattutto con binocoli e telescopi di media apertura.

M4 (NGC 6121) – Ammasso globulare

È uno degli ammassi globulari più vicini alla Terra (circa 7.200 anni luce) e facilmente osservabile anche con piccoli strumenti, situato a pochi gradi da Antares. Si tratta di una sfera compatta contenente centinaia di migliaia di stelle, appartenenti alla popolazione stellare più antica della galassia.

Nane bianche e stelle rosse nell’ammasso globulare M4, ripreso dal telescopio spaziale Hubble.

M6 (Ammasso della Farfalla) e M7 (Ammasso di Tolomeo)

Entrambi visibili ad occhio nudo in cieli scuri, M6 e M7 sono ammassi aperti brillanti e spettacolari:

  • M6: ha la caratteristica forma di una farfalla e dista circa 1.600 anni luce. Contiene numerose stelle blu giovani e qualche gigante arancione.
  • M7: noto sin dall’antichità, è uno degli ammassi aperti più grandi e ricchi del cielo boreale, con oltre 80 stelle visibili anche con binocoli. Si trova a circa 980 anni luce da noi.
Messier 7 è un facile bersaglio a occhio nudo per gli osservatori di stelle alle latitudini meridionali. L’astronomo del II secolo Claudio Tolomeo registrò per la prima volta questo ammasso stellare aperto nel 130 d.C., guadagnandosi il soprannome di Ammasso di Tolomeo.
Credits: NASA, ESA, D. Bennett (University of Maryland), and K. Sahu (STScI); Image Processing: Gladys Kober
Messier 6 (NGC 6405) è un ammasso aperto nello Scorpione. Il primo astronomo a segnalare l’esistenza dell’Ammasso delle Farfalle fu l’italiano Giovanni Battista Hodierna nel 1654.
Credit: Giuseppe Donatiello

Nebulose notevoli

Anche se lo Scorpione non è famoso come il Sagittario per le nebulose, include oggetti degni di menzione:

  • NGC 6334 – Nebulosa Zampa di Gatto: una vasta regione di formazione stellare, visibile in astrofotografia nella banda dell’infrarosso. Ha l’aspetto di una zampa felina immersa in nubi rosate.
  • NGC 6357 – Nebulosa Guerra e Pace: una nebulosa a emissione con ammassi aperti al suo interno, teatro di intense nascite stellari.

Entrambe queste nebulose sono oggetti d’elezione per l’astrofotografia a lunga esposizione, soprattutto con filtri Hα.

NGC 6334, a volte chiamata Nebulosa Zampa di Gatto o raramente Nebulosa Artiglio d’Orso, è una nebulosa a emissione nella costellazione dello Scorpione. John Herschel scoprì la nebulosa il 7 giugno 1837 al Capo di Buona Speranza e la descrisse con la designazione h 3678.
Credit: Tal Ny/ Telescope Live
Situato nella nostra galassia a circa 5.500 anni luce dalla Terra, NGC 6357 è in realtà un “ammasso di ammassi”, contenente almeno tre ammassi di stelle giovani, tra cui molte stelle calde, massicce e luminose.
Credit: NASA

Dove e quando ammirarla

n Italia, la costellazione dello Scorpione è visibile da maggio ad agosto, con il suo massimo splendore nelle notti di giugno e luglio, quando culmina a sud. A causa della sua bassa declinazione australe, non è mai particolarmente alta sull’orizzonte: nelle regioni settentrionali appare parzialmente “tagliata”, ma dalle regioni centrali e meridionali si riesce ad apprezzarla quasi per intero, soprattutto nelle località buie, lontane dall’inquinamento luminoso.

L’orario migliore per ammirarla è tra le 22 e l’1 del mattino nel periodo estivo, guardando verso sud. La caratteristica forma a “J” o a “falce” è inconfondibile: Antares, il “cuore dello Scorpione”, segna il centro della costellazione, da cui si dipartono le due “chele” a nord-ovest e la “coda” con il pungiglione a sud-est.

Il mito e le sue versioni

Nel mito greco, lo Scorpione è associato alla storia del gigante cacciatore Orione. Secondo una delle versioni più note, Orione vantava di poter uccidere qualunque creatura vivente sulla Terra. Per punirlo della sua hybris, Gea (la dea della Terra) inviò uno scorpione gigante a combatterlo. Lo scorpione riuscì a pungerlo a morte, e Zeus trasformò entrambi in costellazioni: lo Scorpione e Orione. Ma per mantenere separati i due eterni rivali, Orione domina il cielo invernale, mentre lo Scorpione appare nel cielo estivo, quando Orione è ormai tramontato.

Altre versioni coinvolgono Artemide, dea della caccia, che invia lo Scorpione per fermare l’arroganza di Orione, o Apollo che inganna la sorella affinché lo uccida. In tutte, però, il conflitto tra Orione e lo Scorpione simboleggia un eterno ciclo di rivalità celeste e successione stagionale. I confini fissati dall’Unione Astronomica Internazionale nel 1930 fanno sì che questa costellazione zodiacale venga attraversata dal sole in circa una settimana.

Immagine raffigurante il mito della costellazione dello Scorpione . Immagine generata con AI

Claudia Consiglio, c.consiglio@uai.it

Tags:
Articolo precedente

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *