Star hopping: M63, la galassia girasole.
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Di cosa ci serviamo: il nostro pur piccolo telescopio, un rifrattore da 8-10 cm di lente, oppure un riflettore da 114 a 150 mm, o uno Schmidt-Cassegrain da 8″, per arrivare, se lo avete, a un Newtoniano (es. un economico Dobsoniano) da 25 o 30 cm di specchio, anche non motorizzato, un laser da pochi euro che avremo messo sul tubo del telescopio in parallelo, un cercatore da 3 o 5 cm di lente. Può essere sempre utile un binocolo da 7 – 10 ingrandimenti (i più fortunati il binocchiale della Omegon, a soli 2 X e quindi con campo molto grande: 27°!). Il nostro Mantra.
In primavera l’Orsa maggiore e il Grande Carro troneggiano sopra la nostra testa. Nei pressi dello Zenit. Inconfondibile. Ma ancora all’inizio dell’Estate quando il cielo cielo si fa scuro, saremo verso le 23 00 d’Estate, l’Orsa Maggiore si presenta alta ai nostri occhi.
Faremo riferimento alla coda dell’Orsa, le ultime tre stelle dell’asterismo “il Grande Carro” (indicate qui sotto le ultime due: Alkaid e Mizar), per trovare, scendendo con lo sguardo, una stella isolata: Cor Caroli, stella alfa della Costellazione dei Cani da Caccia.

Cor Caroli che troviamo facilmente , solitaria, circa 20 gradi al di sotto della coda della Grande Orsa è il nostro primo repere per andare verso M63, in un campo stellare ricco di galassie luminose e attraenti. Sfiorando la terza magnitudine è facilmente visibile anche in un cielo inquinato dalle luci cittadine. Cartina: “Cart du Ciel”, modificata dall’Autore.
Cor Caroli, precisamente α² Canum Venaticorum, essendo la stella doppia: due stelle in mutua orbita tra loro (basterà un buon binocolo o un piccolo telescopio per vedere le due stelle affiancate). Cor Caroli la più luminosa delle due. Una stella bianca, 110 anni luce dalla Terra

Cor Caroli, α² Canum Venaticorum, è un sole 80 volte più luminoso e 4 volte più grande del nostro Sole. Puro fuoco nucleare!. Sede di intensi campi magnetici che causano la formazione di enormi macchie solari che fanno variare la luminosità della stella, per quanto di una quantità non evidenziabile a occhio nudo (1/10 di magnitudine). 110 anni luce dalla Terra
Utilizzeremo Cor Caroli per trovare 20 Canum Venaticorum, stella di 4° magnitudine che ci aprirà la strada per andare nello spazio intergalattico e trovare la galassia M63. La cartina più sotto ci indica la strada per trovare con un piccolo binocolo l’asterismo di 4 stelline, riconoscibilissimo e inconfondibile, essendo isolate nel cielo, dove 20 Canum Venaticorum risulta la centrale.

20 Canum Venaticorum è la stella principale del braccio sinistro della figura dei Cani da Caccia costituita da 3 stelline, Cor Caroli, la dominante centrale. 20 Canum Venaticorum è al centro di un piccolo gruppetto di stelle sulla 4° magnitudine, belle brillanti con il più piccolo binocolo (a oriente, 6° in alto rispetto a Cor caroli). Cartina: “Cart du Ciel”, modificata dall’Autore.
Ed ecco qua sotto la bella 20 Canum Venaticorum

20 Canum Venaticorum. Brilla di 4° magnitudine, visibile a occhio nudo ma solo in un cielo molto scuro, sarà comunque ben visibile con il più piccolo binocolo, al centro di un asterismo inconfondibile (vedi immagine da Cart du ciel, più in alto). Stella bianca gigante, 60 volte più luminosa del Sole, è a 290 anni luce dalla Terra.
20 Canum Venaticorum è la strada che ci conduce a M63, una galassia. Teniamo 20 Canum Venaticorum al bordo est del nostro telescopio, alziamo di 1 grado in declinazione (un paio di campi oculare a 30-40 X) e troviamo un delicato batuffolo, come ci appare questo “universo isola”, Messier 63: centinaia di miliardi di soli distribuiti in una grande spirale che nasce da un nucleo centrale di stelle antiche.

Mettiamo la 20 Canum Venaticorum sul bordo EST del campo, alziamo di 1° in declinazione il nostro telescopio ed ecco un leggero batuffolo apparirà al nostro sguardo. Cartina: “Cart du Ciel”, modificata dall’Autore.
Ecco la galassia M63 (sessantatreesimo oggetto del Catalogo di Messier) con un piccolo telescopio di 10-15 cm di diametro. Più il cielo è buio, meno inquinato dalle luci artificiali e più bella risalterà al nostro sguardo

Ecco M63 con un piccolo telescopio (10-15 cm di lente/specchio). Un batuffolo che ci parla di un mondo di centinaia di miliardi di soli, distribuiti in uno spazio di 110 000 anni luce a 39 milioni di anni luce da noi. 60 X
Più evidente il disco che si distacca dal nucleo centrale, ora più luminoso, e maggiore il risalto dal fondo cielo con i maggiori diametri:

M63, galassia girasole (per le numerose braccia che sembrano disegnarsi sul disco, ma così visibile solo in fotografico), con un 25-30 cm di specchio. Ora l’oggetto ci appare netto, ben staccato dal fondo cielo. Grande nucleo brillante, il disco si fa ben visibile. Un disco di giovani soli, un nucleo di stelle antiche. 150 X.
Il nucleo appare notevole, evidenziando la sua, sia pur modesta, attività, con emissione di raggi X. Nucleo che presumibilmente nasconde un buco nero supermassiccio di 850 milioni masse solari (!). M63 presenta un notevole redshit: 484 km/s, quindi in veloce allontanamento da noi.
All’osservazione con il mio 30 cm di specchio (f/4): “M63 appare ben netto, ben staccato dal fondo cielo. L’osservazione migliore è con l’oculare da 20 mm + barlow 2X. La forma è decisamente allungata, nucleo ben evidente. Talvolta sembra si apprezzi un lungo braccio che si proietta verso l’alto“.
Siamo giunti a 39 milioni di anni luce dalla Terra e abbiamo osservato un “universo isola”, come venivano definite le galassie una volta, descrizione enfatica ma molto calzante. M63: galassia di centinaia di miliardi di soli, grande 110 000 anni luce. Quando osserviamo questi oggetti bisogna conoscere, o far conoscere durante le nostre serate divulgative, queste grandezze affascinanti che ci fanno attraversare con la mente lo spazio intergalattico.
© Giorgio Bianciardi
g.bianciardi@uai.it, gbianciardi@yahoo.it
[Le immagini delle stelle e della campo di M63 che vediamo in questo articolo sono state prodotte in fotografia dall’autore con pochi secondi di posa, per simulare la profondità che posiamo raggiungere all’osservazione visuale, utilizzando il telescopio remoto UAI: il telescopio remoto a disposizione di tutti i soci UAI: https://www.uai.it/sito/rete-telescopi-remoti/ ].