Star hopping: M 57, la “Nebulosa Anello”
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Di cosa ci serviamo: il nostro pur piccolo telescopio, un rifrattore da 8-10 cm di lente, o un riflettore da 114 a 150 mm, per arrivare, se lo avete, a un Newtoniano (es. un economico Dobsoniano)-da 25 o 30 cm di specchio, anche non motorizzato, un laser da pochi euro che avremo messo sul tubo del telescopio in parallelo, un cercatore da 3 o 5 cm di lente. Può essere sempre utile un binocolo da 7 – 10 ingrandimenti (i più fortunati il binocchiale della Omegon, a soli 2 X e quindi con campo molto grande: 27°!). Questo il nostro Mantra.
Per tutta l’Estate vediamo la Lira. Ma ancora a ottobre , quando il cielo inizia a diventare buio (per quanto l’inquinamento luminoso ambientale ci permetta!) troviamo questa piccola, ma appariscente, costellazione prossima allo Zenit. Vega è inconfondibile, una delle stelle più luminose del cielo boreale, bianco-azzurra, come Deneb e Altair, che formano il triangolo Estivo, in Estate allo Zenit, in ottobre scende verso Ovest, ma sempre ben apprezzabile.
Andiamo alla base della L formata da Vega e le altre due stelle di terza magnitudine, gamma e beta Lira, ovvero Sulafat e Sheliak.

La costellazione della Lira. Da Sheliak, “a mezza strada” verso Sulafat troviamo facilmente la nebulosa anulare della Lira: la “Nebulosa Anello”. Distinguiamo al cercatore Sheliak da Sulafat grazie alla coda delle due stelline indicate tratteggiate. Cart du ciel.
Dovremo andare a “mezza strada”, tra queste due ultime stelle della Lira. Puntiamo il nostro laser e, poi, il cercatore su Beta Lyra.

Sheliak, stella Beta della Lira. La luce di una rara gigante azzurra che nasconde la luce di due Soli in stretta orbita tra loro. Della stessa luminosità della vicina Sulafat (vedi la cartina, prima immagine del testo), talvolta la possiamo vedere, all’osservazione ad occhio nudo, indebolirsi e diventare nettamente meno brillante della vicina: sta avvenendo una eclissi, la compagna più “fredda” (per quanto più calda del Sole!) sta passando di fronte alla caldissima stella principale, 26 000 volte più brillante del Sole. 960 anni luce dalla Terra.
Al nostro strumento principale ci appare una bellissima stella bianco-azzurra. Beta lyra, Sheliak (“arpa”, in arabo). E’ la luce irrisolvibile di due immensi soli in strettissima, mutua, orbita, eclissandosi a vicenda, a 960 anni luce dalla Terra. Due stelle bianco-azzurre che orbitano così strette nella loro danza gravitazionale da essere deformate, con la materia (4,5 masse terrestri) che precipitano da quella più relativamente fredda (13 000 °C!) a quella più calda (30 000 °C). Più massicce e grandi del Sole, brillano di una luce 6500 e 26 000 volte maggiore del nostro Sole (!).
E ora andiamo a 2500 anni luce dalla Terra. M57, la nebulosa anulare della lira o “Nebulosa Anello”, in una traduzione letterale dall’anglosassone.
Come vediamo nella prima immagine, la cartina della Lira, dobbiamo prendere riferimento con la bella Sheliak e andare a “mezza strada” verso Sulafat . Due stelle che riusciamo senz’altro a vedere a occhio nudo, ma il puntamento sarà più preciso ponendo le due stelle entro il campo del cercatore e lì cercare l’allineamento indicato. Al cercatore potremmo avere dubbi di quale delle due stelle sia l’una o l’altra ma la presenza delle due stelline di quinta magnitudine accanto a Sheliak (vedi il tratteggiato nella cartina) ci permetterà di distinguere quale sia la nostra Sheliak, l’opposta sarà Sulafat.
A basso ingrandimento, 40-50 X, il nostro cannocchiale o piccolo riflettore ci mostrerà il dischetto, netto, in mezzo alle innumerevoli stelle della Via lattea.

In mezzo ad un brulichio di stelle della Via Lattea, con il dischetto allungato, lievemente nebuloso, vediamo la nebulosa anulare della Lira: la “Nebulosa anello”. Anche un piccolo cannocchiale da 8 cm di lente ci permette di osservarla. 50 X.
Leggermente fumosa, ma al tempo stessa netta, ci appare Messier 57, la Nebulosa Anello. Un piccolo disco in mezzo a un brulichio di stelle luminose.
Grande 2 anni luce. M57 è una nebulosa planetaria, come M27 nella Volpetta, che abbiamo apprezzato nel nostro precedente incontro. La differente forma delle due è dovuto ad una questione prospettica. Qui stiamo osservando la nebulosa da uno dei poli, mentre M27 la osservavamo dal piano equatoriale.

La bellissima nebulosa anulare della Lira, una delle più brillanti nebulose del cielo boreale (il nostro). Uno specchio da 30 cm, in ottime condizioni di cielo, ci permette di intravedere anche la stellina centrale: il Sole morente (il destino del nostro Sole tra 3 miliardi di anni!) che si è disgregato originando la nebulosa, ancora in espansione.200 X
Aumentiamo l’ingrandimento, e se il diametro dello specchio ce lo consente (da 20 cm in su) arriviamo a 200 ingrandimenti.
All’osservazione con il mio Newtoniano 30 cm/f4, a 200 X, anche in condizioni di cielo mediocri, M57 balza agli occhi in una visione incredibile: il disco è ora un anello luminoso che copre una parte considerevole del campo visivo dell’oculare, immerso in un campo ricco di stelle azzurre luminose. Piccole variazioni di luminosità appaiono evidenti, specie ai bordi.
Stiamo osservando una nuvola di gas freddo, essenzialmente idrogeno e elio, ma anche ossigeno, fabbricato dalla stella originaria. Gas rarefattissimo (nonostante l’apparenza compatta e brillante all’osservazione telescopica) Il gas , l’ “atmosfera” della stella morente, è in espansione dal nucleo della stella centrale, una caldissima nana bianca: l’ultimo atto di vita dell’astro. In ottime condizioni di cielo la stellina centrale dovrebbe apparire percepibile con un 30 cm (magnitudine 15.7).
20 000 anni fa iniziò il gas ad espandersi facendo nascere la nebulosa, che continua ancor oggi alla velocità di 30 000 km/h (!).
© Giorgio Bianciardi
g.bianciardi@uai.it, gbianciardi@yahoo.it
[Le immagini delle stelle e delle nebulose sono state prodotte con pochi secondi di posa utilizzando il telescopio remoto UAI: il telescopio remoto a disposizione di tutti i soci UAI: https://www.uai.it/sito/rete-telescopi-remoti/ ]