Star hopping: M15, l’ ammasso globulare di Pegaso
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Di cosa ci serviamo: il nostro pur piccolo telescopio, un rifrattore da 8-10 cm di lente, oppure un riflettore da 114 a 150 mm, o uno Schmidt-Cassegrain da 8″, per arrivare, se lo avete, a un Newtoniano (es. un economico Dobsoniano)-da 25 o 30 cm di specchio, anche non motorizzato, un laser da pochi euro che avremo messo sul tubo del telescopio in parallelo, un cercatore da 3 o 5 cm di lente. Può essere sempre utile un binocolo da 7 – 10 ingrandimenti (i più fortunati il binocchiale della Omegon, a soli 2 X e quindi con campo molto grande: 27°!). Questo ormai ben lo sappiamo.
Agli inizi di novembre, il Pegaso inizia a declinare verso W ma è ancora ben alto, prossimo allo Zenit. Aspettiamo le ore inoltrate della notte, almeno due ore dopo il tramonto del Sole: stiamo andando a 35 000 anni luce dalla Terra, in pieno spazio intergalattico, precisamente nell’alone della Galassia, è bene avere un cielo il più possibile buio..
Riconosciamo molto bene nel cielo autunnale, alto sopra le nostre teste, il grande Quadrato di Pegaso, il cavallo alato (oppure andando nelle nostre Mappe del Cielo). Dobbiamo andare al suo naso (“Enif”, in arabo), l’ultima stella della costellazione per incontrare un facile riferimento per M15, l’ammasso globulare di Pegaso.
Dal grande Quadrato di Pegaso, proseguiamo verso la stella di terza magnitudine, Biham e quindi verso la stella benr più luminosa, magnitudine 2, Enif. A 4° (un campo del cercatore), proseguendo l’allineamento tra le due stelle, ci porterà a una debole nuvoletta: M15.
Con il nostro laser punteremo quest’ultima.
Ecco la bella Enif, il naso del cavallo alato, Pegaso. Supergigante rossa, dal netto colore giallo-arancio. 8500 volte più brillante del Sole, 690 anni luce dalla Terra.
Enif è una rara supergigante rossa: 180 volte più grande del nostro Sole, 12 volte più massiccio. Anziana, essendo invecchiata più precocemente del Sole per la sua grande massa, si avvia nel suo prossimo futuro verso la decadenza e la sua morte a residuo di stella, come nana bianca (nucleo ultradenso di stella che ha perso gran parte della sua “atmosfera”). Attualmente brucia elio (e non più idrogeno come il nostro Sole) illuminando il cielo circostante con una luminosità pari a 8500 volte quella del nostro Sole (!).
Consideriamo l’allineamento tra Biham (Theta Pegasi) e Enif (vedi la nostra cartina, prima immagine, in alto),a 4° (un campo del nostro cercatore), proseguendo l’allineamento, troveremo una debolissima nuvoletta. Siamo usciti dalla Galassia, intravediamo al cercatore M15. Se abbiamo problemi, per forte inquinamento luminoso, a identificare Biham, un piccolo binocolo o, meglio, il binocchiale della Omegon, ci risolverà il problema. Enif, di seconda magnitudine, sarà invece sempre ben percepibile. E’ l’ora di osservarla con il nostro cannocchiale/telescopio.
M15, un ammasso globulare a 35 000 anni luce dalla Terra. Grande 175 anni luce, costituito da più di 100 000 Soli vecchi quanto l’Universo, 13 miliardi di anni. Stiamo usando un piccolo riflettore da 15 cm di specchio o un cannocchiale da 10 cm di lente, l’oggetto, un po’ nebuloso, inizia a mostrare, sia pur con qualche difficoltà, delle stelline al margine del nucleo centrale, indistinto.100 X.
M15, è uno dei cento e più ammassi globulari che orbitano al di là del disco a spirale della nostra Galassia. Uno dei più densi di stelle, uno dei più antichi: nato all’alba dell’Universo, 13 miliardi di anni fa. Più di 100 000 stelle (che vedremo ben distinte nella sua periferia con un telescopio di maggiore diametro, un riflettore da 25-30 cm di specchio, ad esempio un economico Dobson) in un volume di 175 anni luce di diametro, ma metà delle stelle risultano confinate in una regione centrale di appena 10 anni luce, risultando le stelle dell’ammasso migliaia di volte più vicine tra loro di quanto avvenga nei paraggi del Sole.
Affascinante l’ammasso globulare M15, all’osservazione visuale con un telescopio a specchio di 25 o 30 cm di diametro, rivela ben nette alla sua periferia un gran numero di stelle a corona. La regione centrale mostra chiaramente un alone più chiaro e un nucleo densissimo e luminoso al suo interno. 200 X.
All’osservazione con il mio 30 cm/f4 Newtoniano con un oculare da 20 mm + Barlow 2x, 200 X, condizioni di cielo buone (magnitudine limite a occhio nudo =4) l’aspetto di questo ammasso globulare appare del tutto peculiare: un nucleo centrale luminoso e denso e un alone più chiaro che lo circonda su cui si proiettano numerosissime stelline. Da questa condensazione centrale un brulichio di stelle appartenenti all’ammasso si disseminano ben evidenti in tutte le direzioni.
Stiamo osservando singoli Soli alla distanza di 35 000 anni luce nello spazio intergalattico (!), in un campo altrimenti molto povero di stelle: siamo lontani dalla Via Lattea, immersi nell’alone periferico della Galassia.
© Giorgio Bianciardi
g.bianciardi@uai.it, gbianciardi@yahoo.it
[Le immagini delle stelle e delle nebulose sono state prodotte con pochi secondi di posa utilizzando il telescopio remoto UAI: il telescopio remoto a disposizione di tutti i soci UAI: https://www.uai.it/sito/rete-telescopi-remoti/ ]