Star hopping: M27, la Dumbbell
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Di cosa ci serviamo: il nostro pur piccolo telescopio, un rifrattore da 8-10 cm di lente, o un riflettore da 114 a 150 mm, per arrivare, se lo avete, a un Newtoniano (es. un economico Dobsoniano)-da 25 o 30 cm di specchio, anche non motorizzato, un laser da pochi euro che avremo messo sul tubo del telescopio in parallelo, un cercatore da 3 o 5 cm di lente. Può essere sempre utile un binocolo da 7 – 10 ingrandimenti (i più fortunati il binocchiale della Omegon, a soli 2 X e quindi con campo molto grande: 27°!). Questo il nostro Mantra.
Oggi andiamo a 1300 anni luce dal pianeta Terra. M27, la “Dumbbell”(nebulosa Manubrio).
Siamo nella Volpetta, una piccolissima costellazione ai piedi del Cigno. Costellazione piccola e debole, per vedere le sue stelle un piccolo binocolo o, meglio, il binocchiale, vi permetteranno di riconoscere le poche stelline che la compongono, ma tutto sommato neanche ci importano.
Faremo infatti riferimento su una pur piccola costellazione ma assai meglio riconoscibile, sempre ai piedi del Cigno: la Freccia (Sagitta in Latino). La possiamo osservare per tutta l’estate in prima nottata (in notti senza Luna) ma ancora a settembre all’inizio della notte, verso le 22:00, si troverà allo Zenit: proprio sopra la nostra testa.
Al nostro telescopio/cannocchiale ci appare una bellissima stella arancio-rossastra: gamma Sagittae (qui sotto). Il suo colore rossastro dovuto alla (relativamente) bassa temperatura della sua fotosfera (la “superficie dell’astro”): 4100 °C. E’ infatti una bella gigante rossa, lo stadio “anziano” delle stelle (così sarà il nostro Sole tra circa 3 miliardi di anni): 58 volte più grande del Sole, 700 volte la sua luminosità. 288 anni luce dalla Terra.
Come vediamo nella cartina stellare qui sotto, basterà salire di 3° (mezzo campo o poco più con il nostro cercatore, o circa 3 campi del telescopio a 40 X, spostandosi in alto con l’asse di declinazione) per trovare la bella, bellissima, nebulosa planetaria M27, la Dumbbell, o Nebulosa Manubrio (quello del sollevamento pesi!).
Forse già la intravedete con il cercatore o con un piccolo binocolo, ma al telescopio apparirà entusiasmante, anche a basso ingrandimento. La Dumbbell viene chiamata anche Nebulosa Clessidra dall’aspetto (più parlante rispetto al “manubrio” a nostro avviso!) , come vediamo qui sotto.
Se avete a disposizione un diametro più generoso, un 25 o 30 cm di specchio, la nebulosa appare entusiasmante.
All’osservazione con il mio 30 cm/f4, oculare da 20 mm + barlow 2X, dai miei appunti: ” contornato da nunerose stelle, più deboli vicine all’oggetto, ma ben nette, brillantissime, azzurre a orlare il campo più alla periferia del campo dell’oculare, in un cielo nero di velluto, quasi emergendo tridimensionale, appare la luminosa clessidra di nube bianca. Un accenno alla sua sinistra di una lievissima nebulosità che chiude la clessidra rotondeggiandola a formare una vera e propria bolla. Bellissima”
Una sfera grande 2 anni luce a 1300 anni luce dalla Terra.
E’ il destino finale di una stella: la gigante rossa si è espansa fino a generare un a sfera di gas in veloce espansione (34 km/s!). Varie stelline al suo interno, al centro, come vediamo nella immagine (magnitudine 13.8, quindi dovreste riuscire a vederla, sia pur deboluccia, con un 30 cm di specchio), la nana bianca (massa di mezzo Sole), il remnant della stella che si sta disfacendo in espansione.
© Giorgio Bianciardi
g.bianciardi@uai.it, gbianciardi@yahoo.it
[Le immagini delle stelle e delle nebulose sono state prodotte con pochi secondi di posa utilizzando il telescopio remoto UAI: il telescopio remoto a disposizione di tutti i soci UAI: https://www.uai.it/sito/rete-telescopi-remoti/ ]